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tutto per bene | 1169 |
si passa le dita sugli occhi e poi le mostra
Accostandosi a Flavio:
Flavio. Dunque... non è vero?...
Lori. Non è vero! Ho tentato; ma non posso. Mi stomaca. Mi fa piangere...
Salvo. E dunque basta, via...
Lori (voltandosi di scatto). Non ti va? Eppure dovrebbe seguitare, almeno questa commedia; poiché il dramma passò nella mia vita senza che me n’accorgessi; e non posso piú farlo! Ma stai tranquillo anche tu. Non posso far piú neanche la commedia. Lo so! Se non la svelavo io, domani andavi a casa loro, a dire che avevi dovuto far le viste di riconoscere davanti a loro l’inganno, per pietà del mio stato; e li avresti persuasi a far le viste di crederci anche loro...
Salvo. Ma no! Perché t’immagini questo?
Lori (con forza). Non sono mica un imbecille!
Salvo. Ma chi te lo dice?
Lori. Oh! Vi foste contentati di credermi soltanto un miserabile! Nossignori! Anche un imbecille! Ma io ho potuto essere un imbecille, finché ho creduto a cose sante e pure: all’onestà! all’amicizia! Ora no, piú! E se, per vendicarmi, mi potessi sobbarcare a essere ancora, agli occhi di tutti, quel miserabile che m’avete fatto credere, non potrei esser piú umile, timido, schivo, quel pover’uomo che andava a fare quella buffonata ogni giorno, là, al camposanto! Lo capite, questo? È chiaro! E dunque... e dunque, io... io...
Si guarda smarrito intorno, come se cercasse e non trovasse piй via di scampo, e accenna un lieve e vano annaspare delle mani; poi, recandosele al volto:
Salvo. Ma no! Ma perché fai cosí?
Palma. Se tutto è passato, finito!
Lori. Ma appunto per questo! Perché tutto è finito, non posso piú vivere! Se è finito! se non posso piú distruggerlo quello che sono statovper gli altri! È qua — in questo mio corpo — in questi miei occhi che guardavano senza vedere chi ero