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tutto per bene | 1163 |
Salvo (turbandosi vivamente). Che vuoi dire?
Lori. Questa è l’altra notizia che ti darò. Aspetta! Ti devo dire tutto! Quand’ebbi quest’altra prova, fu peggio.
Salvo (c. s.). Prova? Che prova?
Lori. La prova, la prova che complicò tutto, perché mi fece trovare d’improvviso la mia ingenuità come in un covo di spine, di spine che la punsero da tutte le parti, a sangue, poverina, e la fecero tanto soffrire! Ma coraggiosamente ah! — lei le strappò, sí, le raccolse, e se ne fece un cilizio per imparar a capire, a capir diversamente. Ma sempre come può capire l’ingenuità, beninteso!
Squillo del campanello del telefono sulla scrivania.
Salvo. Loro?
Fa per prendere il ricevitore dell’apparecchio.
Lori (trattenendogli il braccio). No. Aspetta. Di’ che vengano qua.
Salvo. Qua? Ma sei pazzo? Perché?
Lori. Perché voglio che vengano!
Nuovo squillo.
Salvo. A quest’ora?
Lori. Con l’automobile faranno in due minuti.
Salvo. Ma che vuoi che vengano a fare qua?
Nuovo squillo.
Lori. Senti che premura? È lei. Ti vuol dire della spiegazione avuta con me.
Nuovo squillo.
Salvo. Ma no! Se prima non mi dici...
Lori. Voglio che c’intendiamo bene, tutti e quattro.
Salvo. Ma su che? Se siamo già intesi!
Lori. No. Per l’avvenire. Dobbiamo stabilire tante cose.
Salvo. Lo faremo domani, se mai!
Lori. Ora! ora!
Nuovo squillo.
Salvo (parlando all’apparecchio). Pronto.