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E guarda di nuovo il cameriere; poi apre di nuovo la bocca al ghigno, come se, vedendolo cosí vecchio, gli nascesse un pensiero che lo agghiaccia, e alza un dito verso di lui:

Voi è un pezzo che siete qua con lui?...

Cameriere. Col signor Senatore? Eh!

Lori. Da quando era deputato?

Cameriere. Sono a momenti venticinque anni.

Lori (con un sorriso orribile, ammiccando). La avrete allora veduta qui, m’immagino!

Cameriere (stordito). Come dice?

Lori. Eh, avventure! avventure del giovane deputato...

Cameriere (come per evadere, sulle generali). Donne?

Lori. Chi sa quante!

Cameriere. Eh, ai suoi tempi...

Lori. Signorette maritate di fresco... E quando fu ministro, poi, giovani mogli d’impiegati...

Notando che il cameriere si turba, aggiunge subito furbescamente:

Fui suo capo di gabinetto, e lo so... Posti di fiducia! Non s’ottengono, caro mio, se non a costo di passare sotto certe forche...

Fa le corna, pallido e ridente, e gliele mostra. Il cameriere lo guarda sbigottito. Pausa.

Cameriere (sospirando). Cose antiche, signor commendatore!

Lori. Ah! Abbiamo già i capelli bianchi... Acqua passata!... Ormai!

Pausa. Il cameriere torna a guardarlo piú che mai sbigottito e costernato. Ma egli è assorto, come se vedesse innanzi a sé sua moglie, giovine, là in quello scrittojo, e parla quasi tra sé:

Era bella... Che occhi, quando parlava! S’accendeva tutta.

Con voce brillante e spiccata, e gesto d’evidenza:

Lucida, precisa...

Poi con amore, come se carezzasse una lontana e riposta grazia di lei:

E voleva dominare, con l’intelligenza. Ma una donna, quando è bella... Le si guardano gli occhi, la bocca... come è