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Lascia i due battenti, e avviandosi di fretta verso il secondo uscio di fondo, dice alla signorina Cei:

Vuol venire di qua un momento, Gina?

Via Palma e la signorina Cei per il secondo uscio di fondo. Lori si alza. Rientrano dalla sala da pranzo, conversando tra loro, Salvo, Flavio e Veniero.

Salvo. Ma sí, certo, ci vuole ogni tanto qualcuno che metta un po’ di confusione nell’ordine della gente savia...

Veniero. Ma no, perché confusione?

Salvo. Anche confusione, per far vedere che in tutto quell’ordine c’è polvere di vecchiaja! Ma badate che la polvere che leverete, non impedisca anche a voi di veder poi qual ordine nuovo sia da rimettere!

Flavio. Ecco! Benissimo!

Salvo. Caro Bongiani, e quanto alla polvere, non vi illudete: ricadrà sempre, e presto, su codesto vostro ordine nuovo; perché è del mondo, che è vecchio, questa polvere, queste parole, quasi cantarellate e voi vi sciupereste i polmoni a furia di soffiarci su. La solleverete per un po’; tornerà a posarsi su tutte le cose, inevitabilmente.

Accostandosi al Lori e ponendogli una mano sulla spalla:

Sei ancora qua?

Veniero. Ma capirà che con codesta filosofia...

Salvo. No, basta, amico mio. Non ci guastiamo la digestione...

Flavio. E allora, andiamo via! Se proprio non vuoi guastartela, scusa...

Ammicca furtivamente al Lori, per significare: «rimanendo qua, te la guasteresti di sicuro».

Veniero. Già! già! Il meglio che le convenga fare, ormai...

Salvo (come se non udisse, rivolto al Lori). Ma Palma, sai, deve uscire a momenti...

Lori. Tu vai con lei?

Salvo. Io no!

Veniero. Verrà con noi, lui; è ormai stabilito!

Flavio. Andiamo, su! andiamo!