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tutto per bene | 1141 |
Palma. Saremo subito a cena.
Flavio. Vieni, vieni anche tu, Palma, senti...
Palma. Che cos’è?
Flavio. Dobbiamo dirti una cosa... Vieni...
Palma. Con permesso...
Flavio, Veniero e Palma, via per il secondo uscio a sinistra.
Salvo (con un sospiro di stanchezza, rimanendo sdrajato sulla poltrona). Ebbene, mio caro vecchio amico?
Lori (impicciato, mortificato, angosciato, dice per non parere, con un risolino): Eccoci qua...
Poi:
Salvo. No, no, niente. Hanno stasera l’inaugurazione d’un nuovo circolo, e complottano contro di me, che mi son messo a riposo. Come te. Tu, dal Consiglio di Stato; io da tutte le noje mondane, amico mio.
Lori. Anche da queste?
Salvo. Da tutte, da tutte...
Lori (con rincrescimento sincero e affettuoso). È male, per te. Tu che potresti avere ciò che vuoi...
Salvo. Ah, grazie tante, caro amico. Ne ho già fino alla gola. Per aver qualche cosa, devi dare, dare, dare. Se ti fai il conto poi di quello che hai dato e di quello che hai avuto...
Lori. Certo, sí. Ma appunto per questo io credo che non si debba calcolare per se stesso il valore di quel poco che s’ottiene...
Salvo. E come vorresti calcolarlo?
Lori. In rapporto a ciò che s’è dato.
Salvo. E non dico questo io? Tira le somme, è un fallimento!
Lori. No, scusa. Per modo, io dico, che a quel poco che si ottiene il valore per noi venga da quanto abbiamo dato. Guaj se per me almeno non fosse cosí!
Salvo (seccato da questo richiamo a sé che fa il Lori). Ah, ho capito. Tu parli d’altro adesso.
Lori. È un dare e avere anche questo.
Salvo. Un padre dà sempre tutto!
Lori. E piú poco di cosí...