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Poi, voltandosi a Flavio e avviandosi verso l’uscio a sinistra:

Ah, sono proprio felice!...

Flavio (cedendole il passo, davanti all’uscio). Prego...

Ed esce dopo la Barbetti.

Veniero (c. s. a Carletto). Prego...

Carletto (tirandosi indietro). Ah, non permetto...

Mostrandogli l’uscio:

Prego...

Veniero (passando avanti). È giusto... Lei è quasi di casa...

Via per l’uscio a sinistra anche Veniero e Carletto.

Lori (seguitando a voce alta il discorso col Manfroni, appassionatamente). Posso ritrarmi da qualunque sentimento! Da questo, no! no! perché non vivo d’altro, tu lo sai!

Salvo (concitato, quasi tra sé). È incredibile! incredibile!

Poi, aggressivo, rapidamente:

Va bene; persisti in codesta fissazione; ma accorgiti almeno della pena che fai a chi ti vede intestato cosí, e vorrebbe cacciarti dal ridicolo in cui ti metti da te stesso!

Lori. Dal ridicolo? Ti pare ridicolo?

Salvo. Ma sí, caro mio, perché esageri, esageri maledettamente! E giusto ora che Palma si libera e ti libera, santo Dio, potevi farne a meno!

Lori. Non ho potuto.

Salvo. Lo capisco! Ma perché appunto ti sei fissato nella dimostrazione d’un sentimento che... sí, va benissimo, è servito finora a scusar tante cose, il tuo appartarti dalle cure che avresti dovuto darti di Palma...

Lori. Perché c’eri tu...

Salvo (seguitando). Benissimo; io che m’affezionai alla bambina nel vederla trascurata...

Lori (protestando). Ma no!

Salvo (per troncare, irritato). Oh Dio mio, dico per gli altri, adesso!

Lori (come se guardasse lontano, nel tempo). Eh lo so, che doveva apparir cosí...

Salvo (con fastidio). Ma nient’affatto, perché è apparso invece