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tutto per bene | 1111 |
mazioni, che il matrimonio dovesse celebrarsi domattina. Volevamo arrivare alla vigilia.
Signorina Cei. Ma è stato celebrato jeri, veramente...
La Barbetti. Ah, come! Jeri?
Signorina Cei. Il matrimonio civile, sí, signora. Stamattina, la cerimonia religiosa.
La Barbetti. Ah, jeri il civile, e ora il religioso?... Guarda!
Signorina Cei. Credo che a momenti saranno di ritorno!
La Barbetti. Un gran corteo, m’immagino! Un gran festino!
Signorina Cei. No, signora. Niente...
La Barbetti. Come, niente? La sala, di là,
indica a sinistra
Si guarda attorno.
Signorina Cei. Sí, ma nessuna pompa. Jeri sí, ricevimento, pranzo; proprio però nell’intimità...
Carletto. Ma sí, come usa adesso! In abito da viaggio...
Signorina Cei. No, signore. Per questo, pochi amici, intimi; ma la sposa, come di rito, stamattina, in bianco e col suo velo e i suoi fiori d’arancio. La vedrà: una bellezza!
La Barbetti. Me l’immagino! Un amore! Ma, Dio mio, dico... sposando un marchese...
Signorina Cei. Già, ma... forse per questo, veda... La signora Marchesa madre...
La Barbetti. Non avrebbe voluto questo matrimonio?
Signorina Cei. No no, signora! Anzi! Vedesse che regali ha mandato! Ma... ecco... la salute un po’ malferma...
Carletto (da uomo di mondo). Comprendiamo, comprendiamo...
Signorina Cei. Riceverà con grande festa la sposa nel suo palazzo al ritorno dal viaggio di nozze.
La Barbetti. Cosicché, ora, qua...
Signorina Cei. Oh, tutto finito, ormai. Si fermeranno un po’, credo, per dar tempo alla sposa di rivestirsi per il viaggio. Vi saranno i testimoni, qualche amico del signor Marchese e del signor Senatore.
La Barbetti. Mio genero?
A Carletto: