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Al figlio, irata:

Perché una pessima figura, imbecille? Porto in regalo una «broche» di tremila e settecento lire!

Torna a guardarsi intorno.

Vorrei sapere dov’è andato a ficcarsi quell’idiota di cameriere!

Si fa all’altro uscio in fondo e chiama:

Cameriere!... Cameriere!

Carletto (dopo una pausa). Sarà andato in chiesa anche lui con tutta la servitú per assistere allo sposalizio.

La Barbetti. E lasciano la casa sola?

Carletto (col tono di prima). Forse è una fortuna, mammà! Svigniamocela! Siamo ancora in tempo!

La Barbetti. Tu starai qua con me, perché voglio cosí! Ti costringerò io a imparare a vivere tra la gente per bene!

Carletto. Figuriamoci che allegria!

La Barbetti. Ah, tu hai finito di scialacquarti i miei denari, te lo dico io!

Carletto. Mammà! Ma Dio mio!

La Barbetti. D’ora in poi, vedrai!

Carletto. Perché speri davvero che ci faranno una buona accoglienza?

La Barbetti. No, comunque! comunque! Son venuta via da Perugia per questo. Ti metterai qua sulla buona strada, e con l’ajuto di tuo cognato...

Carletto (con uno scatto). Ma che cognato, per carità! Non dire cognato, mammà, in nome di Dio! Mi fai sudar freddo!

La Barbetti. Ma sí, che è tuo cognato! Che storie!

Carletto. Mammà, non dire cognato, sai, o io me ne scappo!

La Barbetti. Come vuoi che dica?

Carletto. Non voglio esser preso per le spalle e cacciato via con un calcio da nessuno, io!

La Barbetti (risoluta, ponendoglisi davanti). Scusa, sei figlio mio?

Carletto. Ma lascia andare, mammà!

La Barbetti. Non sei figlio mio?

Carletto. Ti dico di lasciare andare, mammà! Sai bene che non si tratta di tel