![]() |
Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. | ![]() |
Al levarsi del sipario la scena è vuota. Poco dopo, dall’uscio a sinistra entra, col cappello in capo, la Barbetti seguita dal figlio Carlo Clarino.
La Barbetti ha sessantatre anni, ma è tutta tinta e goffamente parata, come una ricca provinciale. È imperiosa e sguajata, in fondo però non antipatica. Il figlio Carletto, sui trent’anni, veste all’ultima moda, con un’aria affettata di stanco vizioso, annojato di tutto, trascinato dalla madre ricca e bisbetica a far quello che non vorrebbe.
Entrano in iscena, come in cerca di qualcuno; la madre con una certa risolutezza; il figlio titubante.
La Barbetti (dalla soglia). Permesso? Non c’è nessuno? Vieni, vieni, Carletto.
Carletto (col tono di chi avverte che può finir male). Mammà, prudenza!
La Barbetti. Non mi seccare! Ci hanno piantato lí in salotto come due piuoli...
Carletto. Ma introdurci cosí...
La Barbetti. Bisogna ch’io sappia; che parli con qualcuno...
Si guarda attorno.
Carletto (rassegnato, sospirando). Vogliamo fare per forza una pessima figura, facciamola!
La Barbetti (picchiando all’uscio a destra). Permesso?...
Attende un po’ e ripicchia.
Nuova attesa; si prova ad aprir l’uscio e guarda dentro.