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cosí è (se vi pare) | 1099 |
Ponza. Giulia!... Giulia!... Giulia!...
La signora Ponza, alle grida di lui, s’irrigidirà tra le braccia della signora Frola che la cingono. Il signor Ponza, sopravvenendo, s’accorgerà subito della suocera cosí perdutamente abbracciata alla moglie e inveirà furente:
Signora Ponza (volgendo il capo velato, quasi con austera solennità). Non temete! Non temete! Andate via.
Ponza (piano, amorevolmente, alla signora Frola). Andiamo, sí, andiamo...
Signora Frola (che si sarà staccata da sé, tutta tremante, umile, dall’abbraccio, farà eco subito, premurosa, a lui). Sí, sí... andiamo, caro, andiamo...
E tutti e due abbracciati, carezzandosi a vicenda, tra due diversi pianti, si ritireranno bisbigliandosi tra loro parole affettuose. Silenzio. Dopo aver seguito con gli occhi fino all’ultimo i due, tutti si rivolgeranno, ora, sbigottiti e commossi, alla signora velata.
Signora Ponza (dopo averli guardati attraverso il velo, dirà con solennità cupa): Che altro possono volere da me, dopo questo, lor signori? Qui c’è una sventura, come vedono, che deve restar nascosta, perché solo cosí può valere il rimedio che la pietà le ha prestato.
Il prefetto (commosso). Ma noi vogliamo rispettare la pietà, signora. Vorremmo però che lei ci dicesse —
Signora Ponza (con un parlare lento e spiccato). — che cosa? la verità? è solo questa: che io sono, sí, la figlia della signora Frola
Tutti (con un sospiro di soddisfazione). ah!
Signora Ponza (subito c. s.). — e la seconda moglie del signor Ponza
Tutti (stupiti e delusi, sommessamente). — oh! E come?
Signora Ponza (subito c. s.). — sí; e per me nessuna! nessuna!
Il prefetto. Ah, no, per sé, lei, signora: sarà l’una o l’altra!
Signora Ponza. Nossignori. Per me, io sono colei che mi si crede.