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1098 | maschere nude |
Il prefetto. Sí, va bene! E lei può star tranquilla anche per lui, gliel’assicuro io. Vedrà che ora si accomoderà ogni cosa.
Signora Frola. E come? Li vedo qua tutti accaniti addosso a lui!
Il prefetto. No, signora! Non è vero! Ci sono qua io per lui! Stia tranquilla!
Signora Frola. Ah! Grazie! Vuol dire che lei ha compreso...
Il prefetto. Sí, sí, signora, io ho compreso.
Signora Frola. L’ho ripetuto tante volte a tutti questi signori: è una disgrazia già superata, su cui non bisogna piú ritornare.
Il prefetto. Sí, va bene, signora... Se le dico che io ho compreso!
Signora Frola. Siamo contente di vivere cosí; la mia figliuola è contenta. Dunque... Ci pensi lei, ci pensi lei... perché, se no, non mi resta altro che andarmene, proprio! e non vederla piú, neanche cosí da lontano... Lo lascino in pace, per carità!
A questo punto, tra la ressa si farà un movimento; tutti faranno cenni; alcuni guarderanno verso l’uscio; qualche voce repressa si farà sentire.
Voci. Oh Dio... Eccola, eccola!
Signora Frola (notando lo sgomento, lo scompiglio, gemerà perplessa, tremante): Che cos’è? Che cos’è?
SCENA NΟΝΑ
Detti, la Signora Ponza, poi il Signor Ponza.
Tutti si scosteranno da una parte e dall’altra per dar passo alla signora Ponza che si farà avanti rigida, in gramaglie, col volto nascosto da un fitto velo nero, impenetrabile.
Signora Frola (cacciando un grido straziante, di frenetica gioja). Ah! Lina... Lina... Lina...
E si precipiterà e s’avvinghierà alla donna velata, con l’arsura d’una madre che da anni e anni non abbraccia piú la sua figliuola. Ma contemporaneamente, dall’interno, si udranno le grida del signor Ponza che subito dopo si precipiterà sulla scena.