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Sirelli (seguitando). — per una che fu suocera di suo marito, e che sarebbe un’estranea per lei?

Agazzi. Via! Via! Non ti par troppo?

Il prefetto. Troppo, sí —

Laudisi (interrompendo). — per una seconda moglie qualunque!

Il prefetto (subito). Ammettiamolo. Troppo, sí. — Ma anche questo però, scusate — se non con la generosità — può spiegarsi benissimo ancora con la gelosia. E che sia geloso — pazzo o non pazzo — mi pare che non si possa mettere neppure in discussione.

Si udrà a questo punto dal salotto un clamore di voci confuse.

Agazzi. Oh! Che avviene di là?

SCENA SETTIMA

Detti, la Signora Amalia.

Amalia (entrerà di furia, costernatissima, dall’uscio a sinistra, annunziando): La signora Frola! La signora Frola è qua!

Agazzi. No! perdio, chi l’ha chiamata?

Amalia. Nessuno! È venuta da sél

Il prefetto. No! Per carità! Ora, no! La faccia andar via, signora!

Agazzi. Subito via! Non la fate entrare! Bisogna impedirglielo a ogni costo! Se la trovasse qua, gli sembrerebbe davvero un agguato!

SCENA OTTAVA

Detti, la Signora Frola, tutti gli altri.

La signora Frola s’introdurrà tremante, piangente, supplicante, con un fazzoletto in mano, in mezzo alla ressa degli altri, tutti esagitati.

Signora Frola. Signori miei, per pietà! per pietà! Lo dica lei a tutti, signor Consigliere!

Agazzi (facendosi avanti, irritatissimo). Io le dico, signora, di ritirarsi subito! Perché lei, per ora, non può stare qua!