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sei personaggi in cerca d’autore 97


Il padre (subito additando anche lei al Capocomico). E lei non può soffrirlo, si sa!

Tornando a riferirsi al Figlio:

Dice che non c’entra, mentre è lui quasi il pernio dell’azione! Guardi quel ragazzo, che se ne sta sempre presso la madre, sbigottito, umiliato... È cosí per causa di lui! Forse la situazione piú penosa è la sua: si sente estraneo, piú di tutti; e prova, poverino, una mortificazione angosciosa di essere accolto in casa cosí per carità...

In confidenza:

Somiglia tutto al padre! Umile; non parla...

Il capocomico. Eh, ma non è mica bello! Lei non sa che impaccio dànno i ragazzi sulla scena.

Il padre. Oh, ma lui glielo leva subito, l’impaccio, sa! E anche quella bambina, che è anzi la prima ad andarsene...

Il capocomico. Benissimo, sí! E le assicuro che tutto questo m’interessa, m’interessa vivamente. Intuisco, intuisco che c’è materia da cavarne un bel dramma!

La figliastra (tentando d’intromettersi). Con un personaggio come me!

Il padre (scacciandola, tutto in ansia come sarà, per la decisione del Capocomico). Stai zitta, tu!

Il capocomico (seguitando, senza badare all’interruzione). Nuova, sí...

Il padre. Eh, novissima, signore!

Il capocomico. Ci vuole un bel coraggio però — dico — venire a buttarmelo davanti cosí...

Il padre. Capirà, signore: nati, come siamo, per la scena...

Il capocomico. Sono comici dilettanti?

Il padre. No: dico nati per la scena, perché...

Il capocomico. Eh via, lei deve aver recitato!

Il padre. Ma no, signore: quel tanto che ciascuno recita nella parte che si è assegnata, o che gli altri gli hanno assegnato nella vita. E in me, poi, è la passione stessa, veda, che diventa sempre, da sé, appena si esalti come in tutti — un po’ teatrale...

Il capocomico. Lasciamo andare, lasciamo andare! — Ca-