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cosí è (se vi pare) 1087


Tutti. Ma che! ma che! scherza! scherza!

Sirelli. È una donna in carne ed ossa, state sicuri. E la faremo parlare! la faremo parlare!

Agazzi. L’hai proposto tu stesso, scusa, di farla parlare col Prefetto!

Laudisi. Io, sí; se lassú c’è veramente una donna: dico, una donna qualunque. Ma badate bene, signori miei, che una donna qualunque, lassú, non ci può essere. Non c’è! Io almeno dubito, adesso, che ci sia.

Signora Sirelli. Dio mio, davvero vuol farci impazzire!

Laudisi. Eh! vedremo, vedremo!

Tutti (confusamente). Ma se è stata vista anche da altri! — Se s’affaccia dal cortile! — Le scrive le letterine! — Lo fa apposta, per ridersi di noi!

SCENA TERZA

Detti, Centuri di ritorno.

Centuri (tra l’agitazione di tutti s’introdurrà accaldato, annunziando): Il signor Prefetto! il signor Prefetto!

Agazzi. Come? Qua? E che ha fatto allora lei?

Centuri. L’ho incontrato per via, col signor Ponza, diretto qua...

Sirelli. Ah, con lui?

Agazzi. Oh Dio, no! se viene col Ponza, entrerà dalla signora qua accanto! Per piacere, Centuri, si metta davanti la porta e lo preghi a nome mio di favorire prima qua da me un momento, come m’aveva promesso.

Centuri. Sissignore, non dubiti. Vado.

Via di fretta per l’uscio in fondo.

Agazzi. Signori, vi prego di ritirarvi un poco di là nel salotto.

Signora Sirelli. Ma glielo dica bene, sa! È l’unica! è l’unica!

Amalia (davanti all’uscio a sinistra). Avanti, favoriscano, signore.

Agazzi. Tu resta, Sirelli. E anche tu, Lamberto.

Tutti gli altri, signori e signore, usciranno per l’uscio a sinistra. Agazzi a Laudisi: