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1086 | maschere nude |
autorità, che la moglie gli confessi a quattr’occhi come stanno realmente le cose. Sicuro! Sicuro! Non le sembra, Centuri?
Centuri. Eh, senza dubbio; se il signor Prefetto volesse!
Agazzi. È l’unica veramente! Bisognerebbe avvertirlo, e risparmiargli per ora l’incomodo di venire da me. Vada, vada lei, caro Centuri.
Centuri. Sissignore. La riverisco. Signore, signori.
S’inchinerà, e via.
Signora Sirelli (battendo le mani). Ma sí! Bravo Laudisi!
Dina. Bravo, bravo, zietto! Che bell’idea!
Tutti. — Bravo! bravo!
— Sí, è l’unica! è l’unica!
Agazzi. Ma già! Come non ci avevamo pensato?
Sirelli. Sfido! Nessuno l’ha mai veduta! Come se non ci fosse, quella poverina!
Laudisi (come folgorato da una nuova idea). Oh! Ma, scusate, siete poi proprio sicuri che ci sia?
Amalia. Come? Dio mio, Lamberto!
Sirelli (fingendo di ridere). Vorresti metterne in dubbio anche l’esistenza?
Laudisi. Eh, andiamoci piano: dite voi stessi che nessuno l’ha mai veduta!
Dina. Ma via! C’è la signora che la vede e le parla ogni giorno!
Signora Sirelli. E poi l’asserisce anche lui, il genero!
Laudisi. Sta bene! Ma riflettete un momento. A rigore di logica, in quella casa non dovrebbe esserci altro che un fantasma.
Tutti. Un fantasma?
Agazzi. Eh via, smettila una buona volta!
Laudisi. Lasciatemi dire. Il fantasma d’una seconda moglie, se ha ragione lei, la signora Frola. O il fantasma della figliuola, se ha ragione lui, il signor Ponza. Resta ora da vedere, o signori, se questo fantasma per l’uno o per l’altra sia poi realmente una persona per sé. Arrivati a questo punto, mi sembra che sia anche il caso di dubitarne!
Amalia. Ma va’ là! Tu vorresti farci impazzire tutti quanti con te!
Signora Nenni. Oh Dio, mi sento aggricciar le carni!
Signora Cini. Non so che gusto provi a farci impaurire cosí!