![]() |
Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. | ![]() |
1076 | maschere nude |
Signora Frola. Giulia! Giulia si chiama! Sí, sí, è proprio vero, signori; si chiama Giulia!
Ponza. Giulia, dunque, non Lina! E non cerchi di ammiccare intanto, dicendo che si chiama Giulia!
Signora Frola. Io? no! Non ho ammiccato!
Ponza. Me ne sono accorto! Ha ammiccato! Me ne sono accorto bene! Lei vuol rovinarmi! Vuol dare a intendere a questi signori che io voglia tenermi ancora tutta per me la sua figliuola, come se non fosse morta.
Romperà in spaventosi singhiozzi.
Signora Frola (subito con infinita tenerezza e umiltà, accorrendo a lui). Io? Ma no, no, figliuolo mio caro! Càlmati, per carità! Io non ho detto mai questo... È vero? è vero, signore?
Amalia, Signora Sirelli, Dina. Ma sí! sí! — Non l’ha mai detto! — Ha detto sempre che è morta!
Signora Frola. È vero? Che è morta, ho detto! Come no? E che tu sei tanto buono con me!
Alle signore:
Ponza (rizzandosi, terribile). Ma va cercando intanto nelle case degli altri il pianoforte, per farci le sonatine della sua figliuola, e va dicendo che Lina le suona cosí, e meglio di cosí!
Signora Frola. No, è stato... l’ho fatto... tanto... tanto per provare...
Ponza. Lei non può! Lei non deve! Come le può venire in mente di sonare ancora ciò che sonava la sua figliuola morta?
Signora Frola. Hai ragione, sí, ah poverino... poverino!
Intenerita, si metterà a piangere.
Ponza (investendola terribilmente da vicino). Vada! vada via! vada via!
Signora Frola. Sí... sí... vado, vado... Oh Dio!
Farà cenni supplichevoli a tutti, arretrando, d’aver riguardo al genero, e si ritirerà piangendo.