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cosí è (se vi pare) | 1075 |
SCENA OTTAVA
La Signora Frola, la Signora Amalia, la Signora Sirelli, Dina, la Signora Cini, la Signora Nenni, Laudisi, Detti.
Le signore, al cenno di Sirelli pieno di sbigottimento, entreranno sgomente. La signora Frola, scorgendo il genero in quello stato d’orgasmo, tutt’un fremito quasi animalesco, ne avrà terrore. Investita da lui con estrema violenza durante la scena seguente, farà alle signore, di tratto in tratto, con gli occhi, cenni espressivi di intelligenza. La scena si svolgerà rapida e concitatissima.
Ponza. Lei, qua? Qua di nuovo? Che è venuta a fare?
Signora Frola. Ero venuta, abbi pazienza...
Ponza. È venuta qua a dire ancora... Che ha detto? che ha detto a codeste signore?
Signora Frola. Niente, ti giuro! Niente!
Ponza. Niente? Come niente? Ho sentito io! Ha sentito con me questo signore!
Indicherà Agazzi.
Signora Frola. Ma sí, caro! Càlmati! sí! sí!
Ponza. «E non può piú sonare da allora!» Sfido che non può piú sonare da allora! Come vuole che suoni, se è morta?
Signora Frola. Ecco! certo! E non l’ho detto io, signore mie? L’ho detto, che non può piú, da allora. Se è morta!
Ponza. E perché pensa ancora a quel pianoforte, dunque?
Signora Frola. Io? no; non ci penso piú! non ci penso piú!
Ponza. L’ho sfasciato io! E lei lo sa! Quando la sua figliuola è morta! Per non farlo toccare a quest’altra, che del resto non sa sonare! Lei lo sa che non suona quest’altra.
Signora Frola. Ma se non sa sonare! certo!
Ponza. E come si chiamava, si chiamava Lina, è vero? la sua figliuola. Ora dica qua come si chiama la mia seconda moglie! Lo dica qua a tutti, perché lei lo sa bene! — Come si chiama?