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1072 | maschere nude |
Laudisi. Ma io non ho come te la certezza che il pazzo sia lui.
Dina. E tu vieni in salotto, senti parlare la signora, come l’abbiamo sentita noi, e vedrai che non avrai piú nessun dubbio neanche tu. Vieni?
Laudisi. Sí, vengo. E posso chiudere, sai? Su la mia responsabilità.
Dina. Ah, vedi? Anche prima di sentirla parlare!
Laudisi. No, cara. Perché son sicuro che tuo padre, a quest’ora, pensa anche lui, come vojaltre, che questa prova sia inutile.
Dina. Ne sei sicuro?
Laudisi. Ma sí! Sta parlando con lui! Avrà acquistato senza dubbio la certezza che la pazza è lei.
S’appresserà all’uscio risolutamente:
Dina (subito trattenendolo). No.
Poi, riprendendosi:
Laudisi (riderà al suo solito). Ah ah ah...
Dina. Io dico per il babbo!
Laudisi. E il babbo dirà per voi! — Lasciamolo aperto. Si sentirà sonare, nel salotto accanto, sul pianoforte, un’antica aria piena di dolce e mesta grazia, della Nina pazza per amore del Paisiello.
Dina. Ah, è lei... senti? suona! suona lei!
Laudisi. La vecchietta?
Dina. Sí, ci ha detto che la figliuola, prima, la sonava sempre, questa vecchia aria. Senti con quanta dolcezza la suona? Andiamo, andiamo.
Esciranno tutti e due per l’uscio a sinistra.
SCENA SETTIMA
Agazzi, il Signor Ponza, poi Sirelli.
La scena, appena usciti Laudisi e Dina, resterà vuota per un pezzo. Seguiterà dall’interno il suono del pianoforte. Il signor Ponza, entrando per l’uscio in fondo col consigliere Agazzi e