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1070 | maschere nude |
zione: tàn-tàn, tàn tàn, che non si finisce mai d’infilare scambi! Siamo stordite!
Dina. Oh! È tanto cattivo in questo momento, anche con tutti noi! Abbiano pazienza. Non ho piú bisogno di niente. Vado a dire alla mamma che ci sono qua loro: basterà. Ah zio, se la sentissi, che tesorino di vecchietta! come parla! che bontà! E che casetta tutta in ordine, linda; ogni cosa a garbo; le tovagline bianche sui mobili... Ci ha mostrato tutte le letterine della figliuola.
Signora Cini. Già... ma... se, come ci ştava dicendo il signor Laudisi...
Dina. E che ne sa lui? Non le ha mica lette!
Signora Nenni. Non possono esser finte?
Dina. Ma che finte! Non gli diano retta! Potrebbe mai ingannarsi una madre su le espressioni della propria figliuola? L’ultima letterina, di jeri...
S’interromperà, udendo nel salotto accanto, attraverso l’uscio rimasto aperto, rumore di voci.
Andrà all’uscio del salotto a guardare.
Signora Cini (correndole dietro). Con lei? con la signora Frola?
Dina. Sí, vengano, vengano. Bisogna che stiamo tutti nel salotto. Sono già le undici, zio?
SCENA SESTA
Detti, la Signora Amalia.
Amalia (sopravvenendo anche lei agitata, ma dall’uscio del salotto). Se ne potrebbe ormai fare a meno! Non c’è piú bisogno di prove!
Dina. Ma già! Lo penso anch’io! Ormai è inutile!
Amalia (salutando in fretta, dolente e in ansia, la signora Cini). Cara signora.
Signora Cini (presentando la signora Nenni). La signora Nenni, venuta con me per...
Amalia (salutando in fretta anche la signora Nenni). Piacere, signora.