Pagina:Pirandello - Maschere nude, Volume I - Verona, Mondadori, 1965.djvu/1080

1066 maschere nude


di fronte a te, mi vedo e mi tocco — tu, — per come ti vedono gli altri — che diventi? — Un fantasma, caro, un fantasma! — Eppure, vedi questi pazzi? Senza badare al fantasma che portano con sé, in se stessi, vanno correndo, pieni di curiosità, dietro il fantasma altrui! E credono che sia una cosa diversa.

Il cameriere, entrato, resterà sbalordito a sentir le ultime parole del Laudisi allo specchio. Poi chiamerà:

Cameriere. Signor Lamberto.

Laudisi. Eh?

Cameriere. Ci sono due signore. La signora Cini e un’altra.

Laudisi. Vogliono me?

Cameriere. Hanno chiesto della signora. Ho detto che si trovava a visita dalla signora Frola qua accanto, e allora...

Laudisi. Allora?

Cameriere. Si sono guardate negli occhi; poi, hanno battuto le manine coi guanti: — «Ah sí? ah sí?» e m’hanno domandato, friggendo, se non c’era proprio nessuno in casa.

Laudisi. Tu avrai risposto che non c’era nessuno.

Cameriere. Ho risposto che c’era lei.

Laudisi. Io? No. — Quello che conoscono loro, se mai!

Cameriere (piú che mai sbalordito). Come dice?

Laudisi. Ma scusa, ti pare lo stesso?

Cameriere (c. s. tentando squallidamente un sorriso a bocca aperta). Non capisco.

Laudisi. Con chi stai parlando tu?

Cameriere (basito). Come... con chi sto parlando?... Con lei...

Laudisi. E sei proprio sicuro che io sia lo stesso di quello che chiedono codeste signore?

Cameriere. Ma... non saprei... Hanno detto il fratello della signora...

Laudisi. Caro! Ah... Eh sí, allora sono io; sono io... Falle entrare, falle entrare...

Il cameriere si ritirerà voltandosi parecchie volte a riguardarlo come se non credesse piú ai suoi occhi.