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cosí è (se vi pare) | 1065 |
Sirelli (c. s.). Scusa, ma io, io quando devo venire?
Agazzi. Qualche minuto dopo le undici, tu, — quando già le signore saranno nel salotto, e io qua con lui. Vieni per prendere la tua signora. Ti fai introdurre da me. Io allora le inviterò tutte a favorire qua da noi
Laudisi (subito). — e la verità sarà scoperta!
Dina. Ma scusa, zietto, quando saranno tutt’e due di fronte...
Agazzi. Non gli date retta, santo Dio! Andate, andate. Non c’è tempo da perdere!
Signora Sirelli. Andiamo, sí, andiamo. Io neanche la saluto!
Laudisi. Ecco, mi saluto per lei, signora!
Si stringerà una mano con l’altra.
Via Amalia, Dina e la signora Sirelli.
Agazzi (a Sirelli). Andiamo anche noi, eh? Subito.
Sirelli. Sí, andiamo. Addio, Lamberto.
Laudisi. Addio, addio.
Agazzi e Sirelli, via.
SCENA TERZA
Laudisi solo, poi il Cameriere.
Laudisi (Andrà un po’ in giro per lo studio, sogghignando tra sé e tentennando il capo; poi si fermerà davanti al grande specchio su la mensola del camino, guarderà la propria immagine e parlerà con essa). Oh, eccoti qua!
La saluterà con due dita, strizzando furbescamente un occhio, e sghignerà.
Alzerà una mano con l’indice appuntato contro la sua immagine che, a sua volta, appunterà l’indice contro di lui. Sghignerà ancora, poi: