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cosí è (se vi pare) 1063


no; ma perché li hanno annullati essi in sé, nell’animo loro, volete capirlo? creando lei a lui, o lui a lei, un fantasma che ha la stessa consistenza della realtà, dove essi vivono ormai in perfetto accordo, pacificati. E non potrà essere distrutta, questa loro realtà, da nessun documento, poiché essi ci respirano dentro, la vedono, la sentono, la toccano! — Al piú, per voi potrebbe servire il documento, per levarvi voi una sciocca curiosità. Vi manca, ed eccovi dannati al meraviglioso supplizio d’aver davanti, accanto, qua il fantasma e qua la realtà, e di non poter distinguere l’uno dall’altra!

Agazzi. Filosofia, caro, filosofia! Lo vedremo, lo vedremo adesso se non sarà possibile!

Sirelli. Abbiamo inteso prima l’uno, poi l’altra; mettendoli insieme, ora, di fronte, vuoi che non si scopra dove sia il fantasma, dove la realtà?

Laudisi. Io vi chiedo licenza di seguitare a ridere alla fine.

Agazzi. Va bene, va bene; vedremo chi riderà meglio alla fine. Non perdiamo tempo!

Si farà all’uscio a sinistra e chiamerà:

Amalia, signora, venite, venite qua!

SCENA SECONDA

Signora Amalia, Signora Sirelli, Dina, Detti.

Signora Sirelli (a Laudisi, minacciandolo con un dito). Ancora? ancora, lei?

Sirelli. È incorreggibile!

Signora Sirelli. Ma come non si lascia prendere dalla smania che è in tutti ormai, di penetrar questo mistero, che rischia di farci impazzire tutti quanti? Io non ci ho dormito stanotte!

Agazzi. Per carità, signora, lo lasci perdere!

Laudisi. Dia retta a mio cognato piuttosto, che le prepara il sonno per questa notte.

Agazzi. Dunque. Stabiliamo. Ecco. Voi andrete dalla signora Frola...

Amalia. E saremo ricevute?