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cosí è (se vi pare) 1055


pazza che la crede ancora viva e che lui non me la vuol far vedere?

Agazzi (stordito dal profondo accento di sincerità con cui la signora Frola avrà parlato). Ah... ma come? La sua figliuola?

Signora Frola (subito, con ansia). Vedono che è vero? Perché vogliono nascondermelo? Ha detto loro cosí..

Sirelli (esitando, ma studiandola). Sí... difatti... ha detto...

Signora Frola. Ma se lo so! E so purtroppo che turbamento gli cagiona il vedersi costretto a dir questo di me! È una disgrazia, signor Consigliere, che con tanti stenti, attraverso tanti dolori, s’è potuta superare; ma cosí, a patto di vivere come viviamo. Capisco, sí, che deve dar nell’occhio alla gente, provocare scandalo, sospetti. Ma d’altra parte, se lui è un ottimo impiegato, zelante, scrupoloso. Lei lo avrà già sperimentato, certo.

Agazzi. No, per dir la verità, ancora non ne ho avuto occasione.

Signora Frola. Per carità non giudichi dall’apparenza! È ottimo; lo hanno dichiarato tutti i suoi superiori. E perché si deve allora tormentarlo con questa indagine della sua vita familiare, della sua disgrazia, ripeto, già superata e che, a rivelarla, potrebbe comprometterlo nella carriera?

Agazzi. Ma no, signora, non s’affligga cosí! Nessuno vuol tormentarlo.

Signora Frola. Dio mio, come vuole che non mi affligga nel vederlo costretto a dare a tutti una spiegazione assurda, via! e anche orribile! Possono loro credere sul serio che la mia figliuola sia morta? che io sia pazza? che questa che ha con sé sia una seconda moglie? — Ma è un bisogno, credano, un bisogno per lui dire cosí! Gli s’è potuto ridar la calma, la fiducia, solo a questo patto. Avverte lui stesso però l’enormità di quello che dice e, costretto a dire, si eccita, si sconvolge: lo avranno veduto!

Agazzi. Sí, difatti, era... era un po’ eccitato.

Signora Sirelli. O Dio, ma come? ma allora, è lui?

Sirelli. Ma sí, che dev’esser lui!

Trionfante:

Signori, io l’ho detto!