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cosí è (se vi pare) 1053


Amalia. Eh sí! diceva; si disdiceva.

Agazzi (a Sirelli). E ti pare che, se non fosse pazza, potrebbe accettare queste condizioni di non veder la figliuola se non da una finestra, con la scusa che adduce, di quel morboso amore del marito che vuol la moglie tutta per sé?

Sirelli. Già! E da pazza le accetta? E vi si rassegna? Mi sembra strano, mi sembra strano.

A Laudisi:

Tu che ne dici?

Laudisi. Io? Niente!

SCENA SESTA

Cameriere, Detti, poi la Signora Frola.

Cameriere (picchiando all’uscio e presentandosi sulla soglia, turbato). Permesso? C’è di nuovo la signora Frola.

Amalia (con sgomento). Oh Dio, e adesso? Se non possiamo piú levarcela d’addosso?

Signora Sirelli. Eh, capisco: a saperla pazza!

Signora Cini. Dio, Dio! Chi sa che altro verrà a dire adesso? Come vorrei sentirla!

Sirelli. Ne avrei anch’io curiosità. Non ne sono mica persuaso, io, che sia pazza.

Dina. Ma sí, mamma! Non c’è da aver paura: è cosí tranquilla!

Agazzi. Bisognerà riceverla, certo. Sentiamo che cosa vuole. Nel caso, si provvederà. Ma seduti, seduti. Bisogna star seduti.

Al cameriere:

Fa’ passare.

Il cameriere si ritirerà.

Amalia. Ajutatemi, per carità! Io non so piú come parlarle adesso!

Rientrerà la signora Frola. La signora Amalia si alzerà e le verrà impaurita incontro; gli altri la guarderanno sgomenti.

Signora Frola. Permesso?

Amalia. Venga, venga avanti, signora. Sono qua ancora le mie amiche, come vede —