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cosí è (se vi pare) | 1051 |
Agazzi (stordito). Come, pazza?
Ponza. Non pare, ma è pazza. E la sua pazzia consiste appunto nel credere che io non voglia farle vedere la figliuola.
Con orgasmo d’atroce e quasi feroce commozione:
Tutti (trasecolati). Morta? — Oh!... Come? — Morta?
Ponza. Da quattro anni. È impazzita proprio per questo.
Sirelli. Ma dunque, quella che lei ha con sé?
Ponza. — l’ho sposata da due anni: è la mia seconda moglie.
Amalia. E la signora crede che sia ancora la sua figliuola?
Ponza. È stata la sua fortuna, se cosí può dirsi. Mi vide passare per via con questa mia seconda moglie, dalla finestra della stanza dove la tenevano custodita; credette di rivedere in lei, viva, la sua figliuola; e si mise a ridere, a tremar tutta; si sollevò d’un tratto dalla tetra disperazione in cui era caduta, per ritrovarsi in quest’altra follia, dapprima esultante, beata, poi a mano a mano piú calma, ma angustiata cosí, in una rassegnazione a cui s’è piegata da sé; e tuttavia contenta, come han potuto vedere. S’ostina a credere che non è vero che sua figlia sia morta, ma che io voglia tenermela tutta per me, senza fargliela piú vedere. È come guarita. Tanto che, a sentirla parlare, non sembra piú pazza affatto.
Amalia. Affatto! Affatto!
Signora Sirelli. Eh sí, dice proprio che è contenta cosí.
Ponza. Lo dice a tutti. E ha per me veramente affetto e gratitudine. Perché io cerco d’assecondarla quanto piú posso, anche a costo di gravi sacrifizii. Mi tocca tener due case. Obbligo mia moglie, che per fortuna si presta caritatevolmente, a raffermarla di continuo in quella illusione: che sia sua figlia. S’affaccia alla finestra, le parla, le scrive. Ma, carità, ecco, dovere, fino a un certo punto, signori! Non posso costringere mia moglie a convivere con lei. E intanto è come in carcere, quella disgraziata, chiusa a chiave, per paura che ella non le entri in casa. Sí, è tranquilla, e poi cosí mite d’indole; ma, capiranno, si sentirebbe raccapricciare da capo a piedi, mia moglie, alle carezze che ella le farebbe.