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cosí è (se vi pare) 1049


per nascondere il pianto, con stridula esplosione). Le lagrime le tremavano nella voce!

Amalia. Già! quando ha detto che altro che cento scalini salirebbe, pur di stringersi al cuore la figliuola!

Laudisi. Io per me ho notato sopratutto uno studio, dico di piú, un impegno di guardare da ogni sospetto il genero!

Signora Sirelli. Ma che! Dio mio, se non sapeva come scusarlo!

Sirelli. Ma che scusare! la violenza? la barbarie?

SCENA QUINTA

Cameriere, Detti, poi il Signor Ponza.

Cameriere (presentandosi sulla soglia). Signor Commendatore, c’è il signor Ponza che chiede d’esser ricevuto.

Signora Sirelli. Oh! lui!

Sorpresa generale e movimento di curiosità ansiosa, anzi quasi sbigottimento.

Agazzi. Ricevuto da me?

Cameriere. Sissignore. Ha detto cosí.

Signora Sirelli. Per carità, lo riceva qua, Commendatore! Ho quasi paura; ma una grande curiosità di vederlo da vicino, questo mostro!

Amalia. Ma che vorrà?

Agazzi. Sentiremo. Sedete, sedete. Bisogna star seduti.

Al cameriere:

Fallo passare.

Il cameriere s’inchinerà e andrà via. Entrerà poco dopo il signor Ponza. Tozzo, bruno, dall’aspetto quasi truce, tutto vestito di nero, capelli neri, fitti, fronte bassa, grossi baffi neri. Stringerà continuamente le pugna e parlerà con sforzo, anzi con violenza a stento contenuta. Di tratto in tratto si asciugherà ilsudore con un fazzoletto listato di nero. Gli occhi, parlando, gli resteranno costantemente duri, fissi, tetri.

Agazzi. Venga, venga avanti, signor Ponza!

Presentandolo:

Il nuovo segretario signor Ponza: la mia signora — la