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1044 | maschere nude |
Signora Frola. No, ho una figlia maritata: venuta anche lei, che è poco, qui.
Sirelli. Il genero della signora è il segretario della Prefettura: il signor Ponza, è vero?
Signora Frola. Appunto, sí. E il signor Consigliere vorrà scusarmi, spero, e scusare anche mio genero.
Agazzi. Per dire la verità, signora, io mi sono avuto un po’ a male —
Signora Frola (interrompendolo). — ha ragione, ha ragione! Ma lei deve scusarlo! Siamo rimasti, creda, cosí scombussolati dalla nostra disgrazia.
Amalia. Ah, già! loro ebbero quel gran disastro!
Signora Sirelli. Perdettero parenti?
Signora Frola. Oh, tutti... Tutti, signora mia. Del nostro paesello non c’è quasi piú traccia: è rimasto lí tra le campagne, come un mucchio di rovine; abbandonate.
Sirelli. Già! s’è saputo!
Signora Frola. Io non avevo piú che una sorella, con una figliuola anche lei, ma nubile. Per il mio povero genero la sciagura fu assai piú grave. La madre, due fratelli, una sorella, e poi cognato, cognate, due nipotini.
Sirelli. Un’ecatombe!
Signora Frola. E sono sciagure per tutta la vita! Si resta come storditi!
Amalia. Oh certo!
Signora Sirelli. Da un momento all’altro! C’è da impazzire!
Signora Frola. Non si pensa piú a nulla. Si manca senza volerlo, signor Consigliere.
Agazzi. Oh basta, prego, signora.
Amalia. Anche in considerazione di questa sciagura, io e la mia figliuola eravamo venute per le prime.
Signora Sirelli (friggendo). Già! sapendo cosí sola la signora! — Benché mi perdoni, signora, se oso domandarle come va, che avendo qua la figliuola, dopo una sciagura come questa, che...
peritosa, dopo aver filato cosí bene: