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SCENA TERZA

Il Consigliere Agazzi, Detti.

Agazzi (cinquant’anni, rosso di pelo, arruffato, con barba, occhiali d’oro, autoritario e dispettoso). Oh, caro Sirelli.

S’appresserà al canapè, s’inchinerà e stringerà la mano alla signora Sirelli.

Signora.

Amalia (presentandolo alla signora Cini). Mio marito — la signora Cini.

Agazzi (s’inchinerà, stringerà la mano). Lietissimo.

Poi, rivolgendosi quasi con solennità alla moglie e alla figlia:

Vi avverto che sarà qui a momenti la signora Frola.

Signora Sirelli (battendo le mani, esultante). Ah, verrà? verrà qui?

Agazzi. Ma per forza! Potevo tollerare che fosse fatto uno sgarbo cosí patente alla mia casa, alle mie donne?

Sirelli. Ma sí. Dicevamo appunto questo!

Signora Sirelli. E sarebbe stato bene cogliere quest’occasione —

Agazzi (prevenendo). — per far notare al Prefetto tutto ciò che si dice in paese sul riguardo di questo signore? Eh, non dubiti: l’ho fatto!

Sirelli. Ah, bene! bene!

Signora Cini. Cose inesplicabili! veramente inconcepibili!

Amalia. Selvagge addirittura! Ma sai che le tiene chiuse a chiave tutt’e due!

Dina. No, mamma: per la suocera ancora non si sal

Signora Sirelli. Ma la moglie, è certo!

Sirelli. E il Prefetto?

Agazzi. Sí... Eh... ne è rimasto molto... molto impressionato...

Sirelli. Ah, meno male! AGAzzı. Era arrivata anche a lui qualche voce, e... e vede anche lui adesso l’opportunità di chiarire questo mistero, di venire a sapere la verità.

Laudisi (riderà forte). Ah! ah! ah! ah!

Amalia. Non ci manca proprio, adesso, che la tua risata.