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cosí è (se vi pare) | 1041 |
Signora Sirelli. Che faccia! Già. Ce l’ha proprio di cattivo! Ha sconcertato tutto il paese con quella faccia! E poi, cosí, sempre vestito di nero... Sono tutti e tre vestiti di nero, anche la signora, è vero? la figlia?
Sirelli (con fastidio). Ma se la figlia non l’ha mai veduta nessuno! Te l’ho detto mille volte! Sarà vestita di nero anche lei... — Sono d’un paesello della Marsica —
Amalia. — sí; distrutto, pare, totalmente —
Sirelli. — di pianta, raso al suolo, dall’ultimo terremoto.
Dina. Hanno perduto tutti i parenti, si dice.
Signora Cini (con ansia di riattaccare il discorso interrotto). Bene, dunque dunque... — ha aperto lui?
Amalia. Appena me lo sono veduto davanti, con quella faccia, non mi son piú trovata in gola la voce per dirgli che venivamo per una visita alla suocera. Niente, sa? neanche un ringraziamento.
Dina. No, per questo, fece un inchino.
Amalia. Ma appena... cosí, col capo.
Dina. Gli occhi, piuttosto, devi dire! Quelli sono gli occhi d’una belva, non d’un uomo.
Signora Cini (c. s.). E allora? Che ha detto allora?
Dina. Tutto imbarazzato —
Amalia. — tutto arruffato, ci ha detto che la suocera era indisposta... che ci ringraziava dell’attenzione... e rimase lí, su la soglia, in attesa che ci ritirassimo.
Dina. Che mortificazione!
Sirelli. Sgarbo da villano! Ah, ma può esser sicura che è lui, sa? Forse terrà sotto chiave anche la suocera!
Signora Sirelli. Ci vuol coraggio! Con una signora, moglie d’un suo superiore!
Amalia. Ah, ma mio marito questa volta se n’è proprio indignato: l’ha presa come una grave mancanza di riguardo ed è andato a rinzelarsene fortemente col Prefetto, pretendendo una riparazione.
Dina. Oh, giusto, eccolo qua, il babbo!