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cosí è (se vi pare) | 1037 |
Sirelli (alla moglie, come se avesse riportato una vittoria). Te l’ho detto? Quanto me, e forse meno di me!
Poi, volgendosi alle altre:
Amalia. Ne stavo parlando con mio fratello.
Laudisi. Mi sembrate impazziti tutti quanti!
Dina (subito, perché non si dia retta allo zio). Perché il genero, dicono, glielo proibisce.
Signora Cini (con voce a lamento). Non basta, signorina!
Signora Sirelli (incalzando). Non basta! Fa di piú!
Sirelli (premettendo un gesto delle mani, per raccogliere l’attenzione). Notizia fresca appurata or ora:
quasi sillabando:
Amalia. La suocera?
Sirelli. No, signora: la moglie!
SIGNORA Sirelli. La moglie! la moglie!
Signora Cini (voce a lamento). A chiave!
Dina. Capisci, zietto? Tu che vuoi scusare...
Sirelli (stupito). Come? Tu vorresti scusare quel mostro?
Laudisi. Ma non lo voglio scusare nient’affatto! Dico che la vostra curiosità (chiedo perdono alle signore) è insoffribile, non foss’altro, perché è inutile.
Sirelli. Inutile?
Laudisi. Inutile! Inutile, signore mie!
Signora Cini. Che si voglia venire a sapere?
Laudisi. Che cosa, scusi? Che possiamo noi realmente sapere degli altri? chi sono... come sono... ciò che fanno... perché lo fanno...
Signora Sirelli. Chiedendo notizie, informazioni...
Laudisi. Ma se c’è una che, per questa via, dovrebbe stare a giorno d’ogni cosa, quest’una dovrebbe proprio esser lei, signora, con un marito come il suo, cosí informato sempre di tutto!
Sirelli (cercando d’interrompere). Scusa, scusa...
SIGNORA Sirelli. Ah no, caro, senti: questa è la verità!