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cosí è (se vi pare) | 1035 |
Amalia. E la suocera qua, accanto a noi!
Laudisi. In un bel quartierino, la suocera, in mezzo alla città!
Amalia. Grazie! E la costringe ad abitar divisa dalla figlia?
Laudisi. Chi ve l’ha detto? O non può esser lei, invece, la madre, per avere maggior libertà?
Dina. No, no! che, zietto! Si sa che è lui!
Amalia. Ma scusa, si capisce che una figliuola, sposando, lasci la casa della madre e vada a convivere col marito; anche in un’altra città. Ma che una povera madre, non sapendo resistere a viver lontana dalla figliuola, la segua, e nella città dove anche lei è forestiera sia costretta a viverne divisa, via, ammetterai che questo no, non si capisce facilmente!
Laudisi. Già! Che fantasie da tartarughe! Ci vuol tanto a immaginare che, o per colpa di lei, o per colpa di lui o pur senza colpa di nessuno ci sia tale incompatibilità di carattere, per cui, anche in queste condizioni...
Dina (interrompendo, meravigliata). Come, zietto? Tra madre e figlia?
Laudisi. Perché tra madre e figlia?
Amalia. Ma perché tra loro due, no! Sono sempre insieme, lui e lei!
Dina. Suocera e genero! È ben questo lo stupore di tutti!
Amalia. Viene qua ogni sera, lui, a tener compagnia alla suocera.
Dina. Anche di giorno, viene: una o due volte.
Laudisi. Sospettate forse che facciano all’amore, suocera e genero?
Dina. No, che dici! Una povera vecchietta.
Amalia. Ma non le porta mai la figlia! non porta mai con sé, mai, mai, la moglie a vedere la madre!
Laudisi. Sarà malata quella poverina... non potrà uscire di casa...
Dina. Ma che! Ci va lei, la madre...
Amalia. Ci va... Sí! Per vederla da lontano! Si sa di causa e scienza che a questa povera madre è proibito salire in casa della figliuola!
Dina. Può parlarle solo dal cortile!
Amalia. Dal cortile, capisci!
Dina. Alla figliuola che s’affaccia dal ballatoio lassú, come dal cielo! Questa poveretta entra nel cortile; tira il cordino del