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Subito, di nuovo, alla riprensione del Capocomico, ella resterà come assorta e lontana, con la risata a mezzo. Il Capocomico ridiscenderà dal palcoscenico per cogliere l’impressione della scena.

Il padre. Io non potei piú vedermi accanto questa donna.

Indicherà la Madre.

Ma non tanto, creda, per il fastidio, per l’afa — vera afa — che ne avevo io, quanto per la pena una pena angosciosa — che provavo per lei.

La madre. E mi mandò via!

Il padre. Ben provvista di tutto, a quell’uomo, sissignore, — per liberarla di me!

La madre. E liberarsi lui!

Il padre. Sissignore, anch’io lo ammetto! E n’è seguito un gran male. Ma a fin di bene io lo feci... e piú per lei che per me: lo giuro!

Incrocerà le braccia sul petto; poi, subito, rivolgendosi alla Madre:

Ti perdei mai d’occhio, di’, ti perdei mai d’occhio, finché colui non ti portò via, da un giorno all’altro, a mia insaputa, in un altro paese, scioccamente impressionato di quel mio interessamento puro, puro, signore, creda, senza il minimo secondo fine. M’interessai con una incredibile tenerezza della nuova famigliuola che le cresceva. Glielo può attestare anche lei!

Indicherà la Figliastra.

La figliastra. Eh, altro! Piccina piccina, sa? con le treccine sulle spalle e le mutandine piú lunghe della gonna piccina cosí me lo vedevo davanti al portone della scuola, quando ne uscivo. Veniva a vedermi come crescevo...

Il padre. Questo è perfido! Infame!

La figliastra. No, perché?

Il padre. Infame! Infame!

Subito, concitatamente, al Capocomico, in tono di spiegazione:

La mia casa, signore, andata via lei,

indicherà la Madre