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1024 | maschere nude |
casti mai bene, se tra le pietre sparse e lo scompiglio della rovina, qualche cosa di lei, della sua anima fosse rimasta... qualche ricordo veramente vivo — per lei! non per te! — Fortuna che l’ho trovato io!
Bruno. Che intendi dire?
L’ignota (non gli risponde e si rivolge a Salter). Capisce? e allora, insozzata da non potersi piú ripulire, via, col piú stupido di quegli ufficiali — (precisamente, precisamente, come là le raccontai) — via, prima a Vienna, per anni, nel trambusto dopo il crollo della guerra... — poi a Berlino... in quell’altro manicomio... Si vede una sera a teatro la Barth... s’impara a danzare... la pazzia s’illumina... applausi... un delirio... non vedi piú la ragione di spogliarti di quei veli colorati della pazzia... puoi anche scendere in piazza, andare per le strade con quei veli... nei caffè notturni, dopo le tre, tra i buffoni in marsina... eh, signor Salter? finché non si diventa come diventò lei, lugubre e insopportabile... e finché non càpita una sera tutt’a un tratto, quando meno te l’aspetti,
va verso il Boffi
Allontanandosi con le mani sulla faccia:
Scrollandosi per liberarsi da una pazza illusione e andando incontro a Salter:
Ines (con enorme stupore). Ma Cia, che dici?