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Lei, oltre che un cattivo uomo, dev’essere un cattivo scrittore.

Salter. Io? — può darsi — perché?

L’ignota. Dev’essere solo impostura — per lei — e nient’altro — tutto quello che scrive.

Salter. Ah, la mia...?

L’ignota. — la sua letteratura. Non ci deve aver messo mai nulla — né cuore — né sangue — né fremito di nervi — di sensi...

Salter. Nulla?

L’ignota. Nulla. E non le dev’esser mai nato da un tormento vero, da una disperazione vera, il bisogno di vendicarsi della vita, della vita com’è — come gli altri, i casi gliel’hanno fatta — creandone un’altra migliore, piú bella, come avrebbe dovuto essere, come avrebbe voluto averla! — E perché è cosí lei, perché m’ha conosciuto(tre mesi...) com’ho potuto essere con lei, la mia è anch’essa una simile impostura?

Salter. Lei ci ha messo cuore...?

L’ignota. Mi dice perché altrimenti l’avrei fatto?

Salter. Per liberarsi di me.

L’ignota. Potevo liberarmi di lei, senz’ingannare un altro.

Salter. Sta finendo di confessare, mi sembra, che ha ingannato.

L’ignota. Ah bene! Le sembra che io abbia ingannato?

Salter. Può avere avuto il suo fine, ora, a confessare, forzata...

L’ignota. Che fine?

Salter. Qualche interesse...

L’ignota. Anche? Si vede che lei giuoca, scrivendo, solo per guadagnare. Vuol vedere come si giuoca gratis? Giuoco soltanto per lei. Non se ne deve approfittare nessuno! La mia impostura? Secondo come si cade, signor Salter, sotto le sventure! Guardi: si può cadere cosí

indica la Demente

quando avviene di cadere sotto le mani di un nemico feroce che n’abbia fatto scempio... allora bella... giovane... sorpresa qua sola nella villa... scempio delle carni, con tutte le ignominie che lei sa, e strazio dell’anima, fino a farla impazzire e ridurla cosí, da renderle impossibile — da sé — il ritorno...