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come tu mi vuoi 1019


anche fingere d’averli totalmente perduti; ma intanto eh? a poco a poco, fabbricarseli. —

S’appressa a Boffi:

Gli ci volle, a lui,

indica Bruno

il tempo necessario per rimettere in piedi la villa in rovina, le terre devastate? Ebbene, il tempo anche a me per ricostruirmi, pietra su pietra, come la villa; e la pietà dei ricordi della povera Cia, trapiantati in me, il tempo di riallevarli per farli rifiorire in vita

va lentamente verso Ines con le braccia protese:

fino al punto di poter ricevere alla fine convenientemente anche una sorella —

le prende le mani:

cosí da poterle parlare, per esempio, di quando s’era piccole insieme, e di quando si scherzava, benché orfane tutte e due, allevate dagli zii... Farmifarmi — ridurmi insomma fino a parere «scesa da quel ritratto lí», — come disse zio Salesio — copiato anche nell’abito —

Ines. — copiato? —

L’ignota. — sí — m’ero vestita poc’anzi per ricevere voi — proprio come in quel ritratto,

a Lena:

non è vero? e sono andata su a cambiarmi, perché veramente mi è parso troppo...

Movimento negli altri, d’imbarazzo, di dubbio, di costernazione.

Eh? — sí? — vi nasce alla fine questo sospetto? se ancora non l’avete fatto...

Màsperi (quasi inorridito). Ah no — mai!

Ines. A chi poteva venire in mente...?

Barbara. ... una cosa simile?

L’ignota (indicando Bruno). A lui — a lui è venuta in mente una cosa simile...

Bruno. A me?