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sei personaggi in cerca d’autore 89


indicherà la Madre

senz’ombra di male badiamo! — buono, umile come lei, incapaci l’uno e l’altra, non che di farlo, ma neppure di pensarlo, il male!

La figliastra. Lo pensò lui, invece, per loro e lo fece!

Il padre. Non è vero! Io intesi di fare il loro bene e anche il mio, sí, lo confesso! Signore, ero arrivato al punto che non potevo dire una parola all’uno o all’altra, che subito non si scambiassero tra loro uno sguardo d’intelligenza; che l’una non cercasse subito gli occhi dell’altro per consigliarsi, come si dovesse prendere quella mia parola, per non farmi arrabbiare. Bastava questo, lei lo capisce, per tenermi in una rabbia continua, in uno stato di esasperazione intollerabile!

Il capocomico. E perché non lo cacciava via, scusi, quel suo segretario?

Il padre. Benissimo! Lo cacciai difatti, signore! Ma vidi allora questa povera donna restarmi per casa come sperduta, come una di quelle bestie senza padrone, che si raccolgono per carità.

La madre. Eh, sfido!

Il padre (subito, voltandosi a lei, come per prevenire). Il figlio, è vero?

La madre. Mi aveva tolto prima dal petto il figlio, signore!

Il padre. Ma non per crudeltà! Per farlo crescere sano e robusto, a contatto della terra!

La figliastra (additandolo, ironica). E si vede!

Il padre (subito). Ah, è anche colpa mia, se poi è cresciuto cosí? Lo avevo dato a balia, signore, in campagna, a una contadina, non parendomi lei forte abbastanza, benché di umili natali. È stata la stessa ragione, per cui avevo sposato lei. Ubbie, forse; ma che ci vuol fare? Ho sempre avuto di queste maledette aspirazioni a una certa solida sanità morale!

La Figliastra, a questo punto, scoppierà di nuovo a ridere fragorosamente.

Ma la faccia smettere! È insopportabile!

Il capocomico. La smetta! Mi lasci sentire, santo Dio!