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come tu mi vuoi | 1013 |
Zia Lena. Non chiama me...
Boffi. È un verso, signora — un verso che fa sempre...
Salter. A me basta che si sia voltata —
L’ignota. — per aver la prova, è vero? che Cia non sono io.
Salter. Ha finanche detto: «Provati a chiamarla anche tu!»
L’ignota. Che non mi credesse lei, lo sapevo; ma ho sorpreso qua loro adesso, mentre, cosí china, lei
indica Lena
Zia Lena ( afflitta, per scusarsi). Ma perché... vedi...?
Zio Salesio (a un tempo, indicando Salter). — sotto la sua insistenza... —
Boffi (a un tempo anche lui). — ...sentendo quel «Le-na» — «Le-na»....
L’ignota (dominando le voci simultanee). Ma sí... ma sí... è naturale... naturale...
A Lena:
Zia Lena (smarrita). Come ti guardo...?
L’ignota (a zio Salesio). Anche tu...
Zio Salesio. Io?... no... no...
L’ignota. E lei stesso, Boffi...
Boffi. Ma niente affatto! — Nessuno l’ha riconosciuta!
Allude alla Demente.
Zio Salesio. Siamo tutti...
Non sa come dire: sorpresi, sopraffatti. Del resto, non gliene lasciano il tempo.
Boffi. E sua sorella stessa, ha potuto vedere che —
L’ignota. — sí — ha chiamato me, Cia, due volte...
Boffi (prima a Salter). Lei ha sentito?
Poi, a Màsperi, con intenzione:
Ines (sdegnata). Io le ho detto che nessuno qua si vuole approfittare...
Boffi. No, dico perché, se mai — di questo — potrebbe approfittarsi anche Bruno!