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1012 | maschere nude |
s’avanza verso la Demente appena la zia Lena, delusa, se ne stacca; e, cosa strana, dopo quanto è avvenuto, e per il solo fatto che è pur lí quella Demente che nessuno tuttavia ha potuto riconoscere, tutti, anche quelli che fin’ora hanno creduto in lei, la zia Lena, lo zio Salesio, lo stesso Boffi, restano a mirarla perplessi e dubitosi.
L’ignota (nel silenzio, mentre cosí tutti la guardano, dice a Bruno): Provati a chiamarla anche tu.
Salter. Ah, eccola!
L’ignota (subito, altera). Eccomi.
Ines (nella perplessità, ma come se sentisse di doverla vincere). Cia...
L’ignota. Aspetta. Fate luce. Qua ci si vede appena.
Zio Salesio va presso la porta a girare la chiavetta della luce. La scena s’illumina.
Ines (guardandola alla luce, dopo un momento ancora d’esitazione, ripete): Cia...
Salter (a cui, di fronte all’altera sicurezza dell’Ignota e a questo ripetuto appello di Ines avviene l’inverso di quanto è avvenuto agli altri cioè di dubitare ora di se stesso, dice, rivolto a Ines):Lei crede veramente...?
L’ignota (a Salter). Ho trattenuto su lui
indica Bruno
S’appressa alla Demente; con pietosa delicatezza accosta le dita sotto il mento di lei, per contemplarla da vicino nel viso che ride.
La demente (mentre l’Ignota la contempla, emette ancora, senza cessare dal suo vano riso, il verso abituale). Le-na...
L’ignota. Lena...?
E si volge dominando il brivido che ne prova, verso la zia Lena.
Salter (subito, mostrandola). Ecco, ecco, vedono? chiama Lena, per lei! s’è voltata a guardarla!
Boffi (insorgendo). Ma no! Questo s’è già chiaritol
L’ignota. Che s’è chiarito?