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Boffi (ansiosissimo, entrando). Dov’è Bruno? la signora?

La demente (ancora). Le-na...

Zia Lena (guardando tutti, sbalordita). Chiama me!

Salter. Lei è della famiglia? — Si chiama Lena?

Zia Lena. Sí — sono la zia...

Salter (al Dottore). Senti? senti? C’è una della famiglia che si chiama Lena! Un’altra prova! Un’altra prova! Ah, ora è certo! è certo! — Noi non lo sapevamo!

Màsperi (facendosi avanti). Che è certo?

Boffi. Ma non gli badate! Fa questo verso; l’ha fatto durante tutto il tragitto!

La demente. Le-na...

Barbara. Dice proprio Lena però!

Boffi. Ma non chiama nessuno! E ride sempre cosí...

Poi alludendo a Bruno e all’Ignota:

Dove sono insomma?

Ines. Oh Dio, sono pazzi?

Màsperi. Che significa? Perché hanno portato qua questa donna?

Boffi (sempre alludendo a Bruno e a l’Ignota). Possibile che se ne stiano su? Chiamateli, per favore!

Salter (a Boffi indicando gli altri). Questi signori sono altri parenti?

Boffi. Sí;

presentando Ines:

questa è la sorella: la signora Ines Màsperi.

Salter. Ah, la sorella? Ma come! C’è anche una sorella? sorella di lei? — E dunque, ecco — subito, subito...

Ines. Chi è il signore?

Boffi. Lo scrittore Carl Salter.

Salter. La guardi dunque subito, signora: eccola!

Ines. Io? che dice? chi?

Boffi. Vuole ostinarsi a credere...

Salter (a Ines). Possibile che non le dica nulla?

Ines. No... che? Dio mio... che vuole che mi dica?

Boffi. — he sua sorella è questa!

Màsperi. Che?

Barbara. Questa?

Ines. Cia?