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terra perchè da noi si possa combatterlo e meritare. Noi non potremo cancellarlo quaggiù perchè l’ente umano è finito, e il suo intero sviluppo deve compiersi altrove; ma dobbiamo tener guerra perenne contr’esso a scemarne continuamente la signoria. La credenza opposta, di qualunque nome s’ammanti, è credenza di manichei. Non esistono ineguaglianze di natura, ineguaglianze fatali di condizioni o di classi — e qualunque, papa o altri non monta, sostiene la proposizione contraria, rinnega Dio, Gesù e l’umana unità per traviarsi dietro a una falsa dottrina del peccato originale scesa dalle credenze indiane all’ultimo paganesimo, e da quello a taluno fra i dottori cattolici del secolo XIII. Esistono ineguaglianze derivanti dalle forme sociali, dall’elemento in cui si sviluppa la vita; e noi dobbiamo operare a mutar quelle forme, a trasformare in nome di Dio, in nome della guerra che Dio c’intima al male, al peccato e alle sue conseguenze, quell’elemento perennemente modificabile. Il mondo fisico, officina dell’umanità, non fu dato ai pochi; fu dato al lavoro. I possedimenti materiali, nè buoni nè dannosi in sè, ma stromenti di bene o di male a seconda del fine individuale o collettivo a cui si dirigono, spettano a quanti lavorano, e si diffonderanno più sempre, tanto più utilmente e religiosamente quanto più la crescente educazione del genere umano insegnerà ai molti il come volgerli al bene. Nè la legge sarà umanamente compita finché un solo povero, privo di lavoro e dei frutti dovuti al lavoro e abbandonato alla elemosina del dovizioso, potrà accusar di menzogna la tradizione della terra fatta da Dio all’Umanità racchiusa nel primo Adamo, o la comunione colla quale la religione gli ripete ogni giorno: acciò che tutti siano Uno.

E non è vero che ogni potestà sia di Dio; non è vero che ogni fatto trascini seco il diritto; non è vero che da noi si debba sommessione, obbedienza passiva a un governo qualunque sia. In nome dell’anima nostra immortale, inviolabile e figlia di Dio, noi dichiariamo falsa, immorale ed atea questa dottrina; apostata d’ogni vera fede

 
 
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