- E sarà detto Marchese di Ancona
- Dal Quarto Ottone.
Il Muratori si studia di rappresentare le ragioni, che secondo il pregiudizio del suo sistema, Ottone aveva di dominar sulla Marca. Ma erra, e lasciando da parte qualunque ragione dirò solo, che Federico II. che fu eletto Imperatore nel 1220, scrisse a’ popoli della Marca dicendo, che il suo Dapifero Gonzolino præter mandatum, et etiam conscientiam nostram Ducatum Spoletanum, et Marchiam Anconitanam ingressus juramenta recepit ab eorum locorum hominibus . . . . Ecclesiæ Balivis amotis, e scioglie dai giuramenti di fedeltà quelle popolazioni, carpiti loro violentemente da Gonzolino, e vuole riconoscano, ed obbediscano come veri vassalli il Romano Pontefice: e a ciò fare fu egli indotto, come nella lettera esprime, per difendere, e conservare alla Chiesa i suoi diritti. Fu questa stampata da Monsig. Marino Marini, e resta in fine di quel libro intitolato Nuovo esame etc.1 Anzi questo dotto Scrittore trattando de’ pregj di un manoscritto italiano trovato negli Archivi Vaticani scritto nell’anno precisamente 1279 dice “che con frequenza si mentova in esso il Marchese, e questi era un’estense, che a nome del Pontefice governava la Marca. Che egli non fosse che un subalterno del Papa, si rileva dal salario mensuale, che pagavagli il Tesorier pontificio, e dal giuramento di fedeltà, che esso, e i Giudici prestavano alla Chiesa di Roma. Conservasi negli Archivj segreti pubblico stromento di obbligazione degli Estensi di non assumere il titolo di Marchesi della Marca, il qual documento è inserito dal Muratori nel catalogo degli scritti degli Archivj Pontificj dato da lui alla luce nel tomo VI. delle antichità del medio evo alla pag. 76. Innocenzo IV scrivendo al Marchese Azzolino, gli proibisce innovazioni nella Marca, poichè egli dice, che quella Provincia voleva conservare in demanium Apostolicae Sedis. Rinaldi riportò la lettera d’Innocenzo negli Annali.„2 Non avevano dunque alcun dirit-
- ↑ P. 120.
- ↑ Effemeridi Rom. Gennajo 1821 p. .