Pagina:Piceno Annonario ossia Gallia Senonia illustrata Antonio Brandimarte 1825.djvu/208

192

pedire con provide leggi tale abuso, ed i decreti de’ Concilii Sardicense dell’anno 347, e Laodicense del 364 e de’ due Cartaginesi degli anni 390, e 397 proibirono la erezione delle Cattedrali ne’ piccoli luoghi, e ne’ Castelli, avendo detto S. Atanasio1 praeter traditionem esse in Pagis Episcopos ordinare. Benchè questo costume fu così solennemete riprovato dalla Chiesa, tuttavia ripullulò ai tempi di Carlo Magno, il quale perciò nell’anno 789 rinnovò ne’ suoi Capitolari2 il Canone Sardicense.

Se questa fu la disciplina, ne viene per conseguenza, che Setino, Alba, e gli altri luoghi, che descrissi ebbero il proprio Vescovo, perchè erano Città insigni, e Tertulliano dice3 primo per Judaeam contestata fide in Jesum Christum, et Ecclesiis institutis, dehinc in orbem profecti (Apostoli) ... ecclesias apud unamquamque Civitatem condiderunt, e perchè non avevano alcun motivo di essere esentate da questa, che era comune a tutte le altre. Di più l’avere la Cattedra Vescovile era una cosa onorifica, e favorevole. Or se la volevano quei paesi, che non avevano alcun dritto, come si può credere, che non volessero averla quelli, a’ quali competevasi? Se dunque Tadino chiamato pago da Procopio, e se molte altre Città ebbero il proprio Vescovo, così ebbero Sentino, Alba, Tufico, e tutte le altre Città, che descrissi. Essendo esse venute meno, i Vescovi delle Città vicine, che rimasero superstiti presero premura delle desolate Chiese, e non essendo le Città mai risorte formarono poscia porzione della loro Diocesi. Sentino ed Alba ingrandirono il Vescovato di Nocera, Attidio, e Tufico quello di Camerino, Suasa quello di Fossombrone, Pitulo, ed Ostra quello di Sinigaglia, e così si dica delle altre. Qui dò termine al presente libro.


FINE



  1. Apol. secun.
  2. T. 1. p. 220. n. XIX ediz. Balutii.
  3. De praescrip. c. 20.