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nostri Aprusia, che viene dalla Terra di S. Arcangelo, passa pel fondo Acerbolo, di cui parlai, e si scarica nel mare nel tratto, che passa tra i fiumi Marecchia, e Luso. All’Aprusia succede il fiume Luso, dunque questo è il Rubicone: cum amnibus Arimino, et Aprusa, Fluvius hinc Rubico quondam finis Italiae. Monsignor Marino Marini nel libro intitolato degli Annedoti di Gaetano Marini accenna le questioni1, che vi forono tra’ Letterati per istabilire, se il Rubicone fu il fiume Luso, o Pisciatello. Egli dice, che fu il Luso, ed io con ragione mi unii a questo mio dotto Amico, che mi fece noto il fiume Aprusia, che non trovasi nelle carte geografiche. Concluderò con Lucano

Puniceus Rubicon, quum fervida canduit aestas,
Perque imas serpit valles, et gallica certus
Limes ab Ausoniis disterminat arva colonis

ARIMINO XXIII. Non parlo di Rimini, perchè ancora esiste, e le notizie spettanti ad essa possono leggersi negli Storici. Come chiamavasi la Città, così nominavasi il fime, e tutti convengono, che la Marecchia sia quel fiume, che chiamossi Arimino. Passato questo gli succede il fiume Ausa, o credo di non errare, se penso, che il nome antico di esso fu Aufido. Imperocchè Lucano così cantò2

In laevum cecidere latus, veloxque Metaurus,
Crustumiumque rapax, et junctus Isapis Isauro,
Sennaque, et Adriacas qui verberant Aufidus undas.

È vero, che l’Offanto fiume in Puglia chiamossi Aufido celebre per la battaglia di Canne, in cui i Romani furono vinti d’Annibale, e di cui Virgilio disse3

Amnis et Hadriacas retro fugit Aufidus undas?


Ma è vero altresì, che molti diversi fiumi in Italia sono chiamati collo stesso nome. Dalle parole di Lucano si rileva, che l’Aufico era vicino ai fiumi Senna, Isauro, Crustumio, Metauro, e che per conseguenza era nel Piceno Annonario. Di fatti dopo l'Au-


  1. p. 247.
  2. Lib. 2. v. 405.
  3. Aeneid 1. xi. v. 405.