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la sonata del chiaro di luna, ecc. 199

diamo?» fece Luisa avviandosi per la prima. «E il nome?» chiese l’avvocato. Tutti si fermarono. «Che nome?» «Il nome del nuovo Regno» Franco posò subito la candela. «Bravo» diss’egli «il nome!» come se fosse una cosa da decidere prima di andar a letto. Nuova discussione. Piemonte? Cisalpino? Alta Italia? Italia?

Luisa posò presto la candela anche lei, e Pedraglio, perchè gli altri non volevano passargli il suo Italia, la posò pure. Però siccome il dibattito andava troppo per le lunghe, riprese la candela e corse via ripetendo: «Italia, Italia, Italia, Italia!» senz’ascoltar i «zitto» e i richiami degli altri che lo seguivano in punta di piedi. Si fermarono ancora tutti a piè' della scala che Pedraglio e l’avvocato dovevano salire per andare a letto, e si diedero la felice notte. Luisa entrò nella vicina camera dell’alcova; Franco restò a veder salire i suoi amici. «Ehi!» diss’egli a un tratto. Voleva parlar loro dal basso ma poi pensò invece di raggiungerli. «E se si perde?» sussurrò.

L’avvocato si contentò d’uno sdegnoso «off!» ma Pedraglio voltatosi come una iena afferrò Franco per il collo. Si dibatterono ridendo sul pianerottolo della scala e poi «addio!» Pedraglio corse su e Franco precipitò abbasso.

Saa moglie lo aspettava ferma in mezzo alla camera, guardando l’uscio. Appena lo vide entrare gli andò, grave, incontro, lo abbracciò stretto stretto: e quando egli, passati alcuni momenti, fece