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luogo! Per questa mancanza io dovrei respingere il dramma, ma, grazie al soggetto, vi sorpasso e l’approvo. Andate, ma vi assicuro che sarete fischiato, perchè il pubblico non ha nè il gusto nè il sentimento del bello.
— Ella crede proprio....
— Diamine, lo vedete bene. Va in estasi ai drammi di Hugo e di Dumas e si addormenta a quelli di Ventignano e di Campagna.
Il dramma di Bruto e di Gabriele Campigiia fu approvato su tutta la linea dai revisori e dai censori. Bruto lo presentò al direttore del teatro. Prepiani tentò di leggerlo e lo gettò da parte. Una mattina Marchionni lo trovò fuori di sè, credendo che si avesse voluto dargli la berta.
— Beffarsi di me, gridava furibondo, di me che ho trent’anni di teatro! Getterò nel fuoco questi fogliacci e strangolerò l’autore, se viene a chiedermene notizia.
Marchionni prese il dramma e se lo portò a casa. Lo lesse alla sua volta e al domani ritornò raggiante da Prepiani. Il grande artista aveva scoperto un gioiello, che gli autori non sospettavano certamente di avervi nascosto.
— Caro te, gridò Marchionni esultante, entrando nello stanzino di Prepiani; abbiamo un capolavoro.
— Dove! domandò Prepiani aggrottando le ciglia.
— Ebbene, sì, proprio un capolavoro. Gli autori hanno creduto in buona fede di scrivere un dramma: ed hanno schizzata la più esilarante caricatura del dramma ultra-romantico, un’altra commedia.