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reali, senza neppur l’apparenza di un delitto. Perchè, di che lo si accusa insomma?

— Ma! rispondeva l’arciprete, io l’ho detto a monsignore che mi ha fatto l’onore d’interrogarmi sulla condotta di questo ecclesiastico. Sua Eccellenza però ha risposto: Non mi parlate giammai di un uomo empio verso Dio, ribelle verso il re.

— Non vedete voi dunque che v’è della politica lì sotto?

— E monsignore mi ha dato ad intendere, continuava l’arciprete, che v’era altro di ben più grave e più immorale ancora. Egli sembra che in casa Don Diego Spani si passino delle cose.... Capperi! che non si dice di noi altri, i quali nonpertanto non ci nascondiamo di esser uomini e che abbiamo delle amiche a vista e saputa di ognuno?

— Oh! per esempio! sclamò un giovinetto gittando il mozzicone del suo sigaro. Con quella figliuola bella come una madonna?

— Voi non avete giammai visto, don Saverio, i gatti affamati mangiare i loro piccoli? replicò l’arciprete.

Questo fu il colpo di grazia. La reazione che cominciava ad operarsi in favore del condannato, quando la sua condanna aveva un causa politica o teologale, si cangiò in indignazione. La giovinezza, la bellezza di Bambina aumentavano il delitto. Era il sentimento della morale oltraggiata che provocava l’indignazione di quegli uomini? Oibò! Era la gelosia, era l’invidia: che fortunato ribaldo l’amante di quella giovine beltà! Ognuno