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x come ella mi fosse autrice del poco che i« me si trova di bene, nè in quella fama o nominanza, qualunque sia, che mi godo, io sarei salito giammai, se il calore di questo gentilissimo affetto noir avesse svolto in me i minutissimi germi delle virtù che natura mi pose in petto. Ella tenne lontano il giovanile anima da ogni bassezza, e di stretto morso infrenandolo, lo sospinse a riguardare nell’alto. E tanto era mestieri che. avvenisse, s’egli è vero che Taraore trasferì mi negli amati costumi. Nè v’ebbe lingua,., comeché mordace, la quale osasse macchiare la costei fama, e darle mal a voce, non di—, ró d’alcun fatto, ma nemmeno druna paro» la. Perciò coloro che dissacrano ogni piib alta cosa, venerabondi ed ammirativi sitaci quero di costei. Non è quindi a maravigliare, se da questa sua celebrità mi nascesse in cuore la voglia di rendere illustre il mio nome, e se lievi mi paressero le più dure fatiche a conseguire if fine desiderato. E giovane ancora,, io a nuli’altro aspirava, ciré di piacere a lei sola, che sola m'era piaciuta. Al quale effetto mi convenne sprezzare le mille lusinghe del piacere, e sottopormi innanzi tempo a molto affannosi tratagli. Ora se ciò è, perchè richiedermi che io ponga in dimenticanza, o meno caldamente ami lei, che mi trasse dalla schiera* volgare, che divenuta scorta a’miei passi,, %

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