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prima, che la Reina tiro, nel mezzo di esso, et l’altre due l’una à capo all’altra vide confitte. di che datasi molta ammiratione, grandemente confuso, et dolorato rimase. mà percioche egli, tutto che pattuito havesse, non potendo credere, che la Reina si bel colpo havesse à fare, nondimeno à modo alcuno al disiderio di lei non volea acconsentire; et conoscendo, che mancando di quanto alla donna havea promesso, facea cosa, che al’honor suo non acconvenia, finse il seguente giorno d’esser da certa infermita soprapreso. onde la Reina, che saggia, et discreta era, non volendo per ciò dargli alcuna noia, non lo ricercando all’hora d’essere nelle monete scolpita, alla salute di lui era tutta rivolta. hor’avenne in que’ giorni, che essendo da alcune città vicine di quel regno venuta novella, che gran numero d’alicorni, ne’ tenitori di quelle ritrovandosi, faceano di gran danni, s’imaginò il Re, che astuto era, con tale occasione doversi dal debito, che colla donna havea, liberare. et fingendo di rihaversi alquanto del male, alla Reina disse, che egli, come prima fusse risanato, cola, dove gli alicorni si ritrovavano, con esso lei volea aviarsi, per vedere se in alcuna maniera potesse di que’ contorni iscacciarli. et in cotal guisa non molto di poi dimostrando d’haver del tutto la primiera salute ricoverata, il seguente giorno, che dalla finta infirmita si levò, fece nella corte sua bandire, che ciascheduno della fameglia sua dovesse fra tre giorni ritrovarsi ad ordine; percioche