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dole, che quanto piu egli la guatava, tanto piu in qualunche parte alla moglie del giovanetto mercatante, che nel palagio di Giassemen dimorava, la vedea somigliante. et posto fine al suo ragionamento, dispostosi per alcuno segnale del tutto di accertarsi, presala per la mano, fingendo di volerla accarezzare, di maniera il diritto braccio le strinse, che la carne livida, et nera le fece. poscia da lei partitosi verso il palagio di Giassemen subitamente s’aviò. ma Giulla per cotal segno tutta paurosa divenuta, piu tosto del Re al palagio per l'occolta strada ritornata, al marito, et à Giassemen mostrando il braccio, quanto, che'l Re detto le havea tutta dolorosa per ordine loro raccontò. ma Giassemen, che in piu d’una arte assai valea; Non dubitate, padrona, dissele, c'hor hora io vi faro la carne livida nel primiero suo stato ritornare. et subitamente entrato nel giardino, una certa herba ritrovò, collaquale tantosto, ch’egli toccò il lividore, che alla giovinetta astutamente il Re fatto havea, la carne bella, et morbida le rimase, di che Giulla allegra oltre misura, de gli altri panni rivestitasi, et de gioielli adornatasi, nel cortile col marito suo, et con Giassemen andò il Re ad incontrare. ilquale, poscia che con lieta faccia hebbe le salutationi ricevute, alla giovanetta rivolto, Deh, di gratia, dissele prima che alla mensa ci assettiamo, bellissima giovanetta, con licenza del marito vostro di uno favore io vi voglio ricercare; qual'è, che'l dirit-