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te mie bisogne sodisfare; ilche io sono certo, si perch'egli ferventemente ti ama, si anco perche il signor Dio cosi permetterà, ch'ei non è per negarti. poscia dunque, che tu ciò da lui harrai ottenuto, entrata in quella camera, ch'ei ti farà consignare, mille Pater nostri al giorno dicendo, il tempo di quaranta di digiunerai: ilche fatto che harrai, io ti accerto, che dalla grande disaventura, nellaquale hora tu ti ritruovi, serai liberata. allequai parole posto c'hebbe fine il confessore, non si puo dire quanto del consiglio di lui Gìulla, et Achel sodisfatte rimasero: dallequai, data lor prima la sua beneditione, presa licenza, il sant'huomo si parti. ne dopò guari di tempo passò, che una gran compagnia di donne riccamente vestite d’ordine del Re alla stanza del padre della fanciulla si aviarono per volerla solennemente al palagio del Re accompagnare; lequai da Giulla con allegra faccia ricevute, seco per alquanto spacio dimorarono. poscia insieme colla sua fida Achel verso il palagio reale dalla dolorosa madre, et dalle matrone del Re accompagnata, prese il camino. della cui venuta havuta il Re novella, scese subitamente le scale del palagio, nel cortile con un'honorata compagnia di cavallieri la stava aspettando. giunta dunque che fu alla presenza di lui, et essequito quanto dal confessore insegnato le fu, il tempo di quaranta giorni gli dimandò. ilche havendole il Re con allegra faccia concesso, chiamato il suo tesoriere, et di pre-


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